Verso la cashless revolution: quanta strada ancora da fare per il nostro paese?

- di: Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House - Ambrosetti)
 
La strada verso la #CashlessRevolution (l’hashtag lanciato dalla Community Cashless Society di The European House - Ambrosetti già nel 2015) dell’Italia prosegue a rilento e, anzi, ha subìto ulteriori rallentamenti nel 2020.
L’Italia rimane, infatti, terzultima in Europa per numero di transazioni pro-capite, 61,5 nel 2020 (in diminuzione rispetto al 2019 in cui era pari a 61,7) contro una media europea di 142: in termini assoluti e tradotte sulla popolazione italiana, la differenza equivale a 4,8 miliardi di transazioni. Parallelamente alla riduzione del numero di transazioni, nel 2020 si è registrata - anche a causa della crisi legata alla pandemia COVID-19 - una riduzione del valore transato con carte di pagamento e carte prepagate del -1,4%, ammontando nel 2020 a 253,0 miliardi di Euro.

Analisi di Valerio De Molli sulla cashless revolution in Italia

Non sorprende, dunque, che l’Italia abbia peggiorato il suo posizionamento in tutti i 3 indicatori proprietari della Community Cashless Society che misurano il livello di digitalizzazione dei pagamenti nel nostro Paese a confronto con altre economie mondiali ed europee. In primo luogo, con riferimento al Cash Intensity Index, che misura il livello di “dipendenza dal contante” delle principali economie globali e viene calcolato come il rapporto tra contante in circolazione e PIL, l’Italia riporta un valore pari a 15,4%, il 29° peggiore del mondo, in peggioramento di 4 posizioni rispetto all’edizione 2021, in cui si posizionava al 33° posto.
L’Italia è peggiorata anche nel Cashless Society Index, l’indicatore che confronta il nostro Paese rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea con riferimento allo stato dell’arte della digitalizzazione della società e dei pagamenti. Nell’edizione 2022, infatti, l’Italia si posiziona al 24° posto, perdendo 2 posizioni rispetto all’edizione precedente.

Infine, va sottolineato come i mancati miglioramenti del Paese nel 2020 abbiano portato a una complessiva perdita di velocità nella transizione verso la cashless society. Questo fenomeno è misurato dal Cashless Society Speedometer che, a differenza del Cashless Society Index, è un indicatore “dinamico” che si muove da 0 (minima velocità) a 100 (massima velocità) e che analizza la rapidità con cui i 27 Paesi europei si stanno muovendo verso un obiettivo comune (in questo caso la cashless society). In tale indicatore, l’Italia si posiziona al penultimo posto, davanti solo alla Bulgaria con un punteggio di appena 8,3, in riduzione rispetto al 9,2 della precedente edizione e 2 volte inferiore al valore europeo di 18,8.

In questo quadro di sostanziale arretratezza dell’Italia dal punto di vista dei pagamenti digitali rispetto agli altri Paesi europei, quali sviluppi futuri possiamo delineare?
Dalla survey che la Community Cashless Society ha sottoposto a 1.000 cittadini italiani nel mese di gennaio 2022, è emerso che oltre 7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless (in aumento di 13,1 punti percentuali rispetto alla survey 2020) e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro. Inoltre, il 57% degli italiani afferma di aver aumentato l’utilizzo dei pagamenti cashless nell’ultimo anno, con il 34,1% che riporta di utilizzare i mezzi di pagamento elettronici frequentemente (ogni giorno o più volte a settimana).

A questi trend positivi si contrappone, tuttavia, la costante diminuzione della percentuale di cittadini che giudica positivamente l’azione del Governo nei confronti della lotta all’evasione e al sommerso e all’incentivazione dei pagamenti elettronici. Nella survey 2022 questo valore è pari al 50,2%, in netta diminuzione rispetto al 2021 (57,9%) e ancor più al 2020 (69,3%). Nel complesso, la riduzione nel giudizio delle azioni del Governo può essere attribuita a diversi fattori. In primis, a incidere è sicuramente l’attuale mancanza di un vero e proprio dibattito pubblico sul cashless, che ha raggiunto il picco durante il lancio della misura del Cashback e non è più tornato a quei livelli. Questo porta ad una “percezione” che poco o niente si stia facendo per promuovere i pagamenti digitali e, di conseguenza, influisce negativamente sul giudizio dei cittadini. In secondo luogo, incidono fortemente la sospensione del Cashback e il meccanismo di funzionamento farraginoso e la poca chiarezza sul processo di registrazione e utilizzo della Lotteria degli Scontrini.

Nel caso del Cashback, infatti, la misura risulta particolarmente apprezzata dagli italiani. Secondo quanto emerso dalla survey 2022 della Community, il Cashback ha spinto il 77,6% degli italiani ad aumentare il ricorso ai pagamenti elettronici (in aumento rispetto al 69,9% della rilevazione 2021) e il 36,8% è stato anche spinto ad aumentare i consumi. Inoltre, la misura rimane ancora molto dibattuta, con il 43% degli italiani che si è dichiarato contrario alla sua sospensione da parte del Governo.
Un discorso analogo, seppur parzialmente diverso, si può applicare alla Lotteria degli Scontrini. A causa della sua complessità e generale scomodità del processo di registrazione (le principali criticità della misura secondo il 56% degli italiani), solo 1 italiano su 3 (il 33,2%) ha preso parte alla misura (contro il 48,2% del Cashback). Tuttavia, la Lotteria ha avuto effetti simili a quelli del Cashback per quanto riguarda la spinta ad un maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici (per il 57,8% degli italiani) e ad un incremento dei consumi (per il 31,0% degli italiani), dimostrandosi, nonostante le criticità, una misura efficace per stimolare la diffusione dei pagamenti digitali.

Alla luce di queste considerazioni, risulta evidente come tanta strada ci sia ancora da fare per una piena diffusione dei pagamenti digitali in Italia. Anche in un anno - come quello pandemico - in cui vi è stata una forte spinta ai processi di digitalizzazione, i pagamenti digitali riportano un trend negativo sia in termini di numero di transazioni che di valore del transato. La sospensione del Cashback e l’eccessiva complessità della Lotteria degli Scontrini - attualmente le misure più dibattute per favorire il cashless nel Paese - rappresentano un costo opportunità per il nostro Paese, “fanalino di coda” in Europa e nel mondo per digitalizzazione dei pagamenti, rallentandone la velocità verso una cashless society, in particolare in un contesto in cui i cittadini italiani si dichiarano sempre più propensi ad utilizzare il cashless.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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