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Cia: “I siti nucleari iraniani sono devastati, serviranno anni per ricostruirli”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cia: “I siti nucleari iraniani sono devastati, serviranno anni per ricostruirli”

È una delle dichiarazioni più forti degli ultimi anni in materia di sicurezza internazionale quella arrivata da Washington per voce del direttore della Cia, John Ratcliffe: “Abbiamo raccolto prove che indicano che i siti nucleari dell’Iran sono stati devastati e ci vorranno anni per ricostruirli”.

Cia: “I siti nucleari iraniani sono devastati, serviranno anni per ricostruirli”

Le parole di Ratcliffe sono state pronunciate mentre si trovava nella Situation Room insieme al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un contesto operativo ad altissima riservatezza. L’annuncio, rilasciato tramite una nota ufficiale, fa riferimento a “nuove informazioni provenienti da una fonte storicamente affidabile e accurata”, secondo cui “diversi importanti impianti nucleari iraniani sono stati distrutti e dovranno essere ricostruiti nel corso degli anni”.

Un attacco segreto e devastante, la Cia rompe il silenzio
Le dichiarazioni del direttore dell’intelligence americana arrivano in un momento di tensione crescente tra Washington e Teheran. Non sono stati forniti dettagli sulle modalità dell’attacco, né se si tratti di un’azione militare diretta, di un’operazione cibernetica o di sabotaggio interno. Tuttavia, l’uso di espressioni come “devastati” e “anni per ricostruirli” suggerisce un’azione condotta con estrema precisione e con l’obiettivo di paralizzare a lungo termine la capacità nucleare iraniana. Il fatto che l’annuncio sia stato coordinato direttamente con il presidente Trump evidenzia l'importanza strategica della vicenda per l’attuale amministrazione, tornata alla Casa Bianca dopo le elezioni presidenziali del 2024.

Teheran non commenta, cresce l’apprensione in Medio Oriente

Dall’Iran, per ora, non sono arrivate reazioni ufficiali. Il silenzio del governo iraniano può indicare sia un tentativo di contenere l'impatto mediatico dell’attacco, sia una fase di verifica interna sull’entità dei danni. Intanto, le principali cancellerie internazionali sono in stato di allerta. Un attacco diretto – anche se non rivendicato – contro le infrastrutture nucleari iraniane rischia di innescare una risposta asimmetrica da parte di Teheran o dei suoi alleati nella regione. La tensione è palpabile, e il precedente delle tensioni del 2020 torna a farsi sentire con forza, ma in uno scenario radicalmente mutato.

Una nuova strategia americana e il ritorno dell’approccio duro
Il ritorno di Donald Trump alla presidenza ha riportato in primo piano una linea di confronto rigida nei confronti dell’Iran. L’attacco ai siti nucleari iraniani – se confermato – rientrerebbe perfettamente nel modello operativo preferito dall’amministrazione Trump: azioni decise, comunicazione calibrata, pressione continua sui nemici strategici. Il ruolo della Cia appare in questa fase non solo operativo ma anche politico, rafforzando la posizione del presidente nel contesto internazionale. La comunità globale resta in attesa di verifiche indipendenti, ma il messaggio americano è già chiaro: il programma nucleare iraniano ha subito un colpo durissimo, e l’equilibrio del Medio Oriente è nuovamente in bilico.

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