Israele sospende gli aiuti a Gaza, scontro interno nel governo

Israele ha deciso di sospendere le consegne di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, accogliendo la richiesta del ministro dell’ultradestra Bezalel Smotrich, che aveva minacciato di uscire dalla coalizione di governo qualora non fossero stati presi provvedimenti per evitare che Hamas intercettasse le forniture. A rivelarlo è una fonte riservata a Channel 12, secondo quanto riportato dal Times of Israel. La tensione politica interna si è saldata con la pressione esercitata su Benjamin Netanyahu, che ha immediatamente ordinato all’esercito israeliano di predisporre entro 48 ore un piano per impedire che il movimento islamista possa impossessarsi degli aiuti. La sospensione delle consegne resterà in vigore fino alla presentazione e all'approvazione operativa di tale piano.

Israele sospende gli aiuti a Gaza, scontro interno nel governo

L’interruzione dei rifornimenti umanitari aggrava ulteriormente la situazione nella Striscia di Gaza, già colpita duramente dai mesi di bombardamenti, dall’isolamento imposto da Israele e dalle difficoltà nella distribuzione interna degli aiuti. Le accuse lanciate da Smotrich e rilanciate da altri esponenti dell’estrema destra israeliana mirano a colpire non solo Hamas, ma anche le organizzazioni internazionali che operano nella zona, accusate di non riuscire a impedire che parte degli aiuti finisca nelle mani dei miliziani. La decisione, dunque, non è solo un gesto di pressione verso la comunità internazionale, ma anche una mossa politica interna che mira a rafforzare il fronte nazionalista all’interno della fragile coalizione di governo.

Il piano militare richiesto dal premier
Il premier Netanyahu ha incaricato l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) di elaborare entro due giorni un piano dettagliato per monitorare, scortare o ridistribuire gli aiuti in modo che non vengano sottratti da Hamas. La richiesta del primo ministro appare come un compromesso per tenere unito il governo, tentando allo stesso tempo di salvare la faccia con l’opinione pubblica internazionale che chiede a gran voce il ripristino immediato dell'assistenza umanitaria. Netanyahu si trova a gestire un equilibrio sempre più precario tra le pressioni militari, quelle dei coloni e le esigenze internazionali, mentre il conflitto con Hamas, seppur apparentemente rallentato, continua a infiammare la regione.

La crisi umanitaria sotto gli occhi del mondo
Nel frattempo, la popolazione civile di Gaza continua a pagare il prezzo più alto. Le organizzazioni umanitarie internazionali, comprese le agenzie dell’ONU, hanno più volte denunciato le difficoltà nell’assistenza alla popolazione, evidenziando che senza un accesso costante e sicuro ai beni primari, la crisi si trasformerà in catastrofe. L’ultimo rapporto dell’UNRWA parlava di una situazione “insostenibile” già prima di questa sospensione. La mancanza di acqua potabile, medicinali e carburante per gli ospedali rende ogni ora cruciale.

Un governo ostaggio delle sue fazioni più estreme
La minaccia di Smotrich, unita alla linea dura già espressa più volte da altri membri del suo partito, evidenzia il crescente peso delle forze di estrema destra all’interno dell’esecutivo israeliano. Il loro potere di ricatto su Netanyahu appare sempre più decisivo nel determinare la politica del paese. Questa dinamica rende difficile immaginare sviluppi diplomatici nel breve termine e complica anche i rapporti con gli Stati Uniti e con gli alleati europei, che chiedono a Israele di garantire il passaggio degli aiuti come condizione per ogni dialogo sulla sicurezza e sul futuro della regione.