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Odessa sotto attacco, cresce l’asse Mosca-Pyongyang

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Odessa sotto attacco, cresce l’asse Mosca-Pyongyang
Odessa è tornata a essere bersaglio delle forze armate russe in un nuovo e devastante attacco aereo che ha colpito la città sul Mar Nero provocando almeno una vittima e quattordici feriti. Le autorità locali hanno descritto una notte di terrore, durante la quale 86 droni sono stati lanciati da Mosca verso obiettivi civili e infrastrutturali. La difesa aerea ucraina è riuscita ad abbatterne settanta, ma i rimanenti hanno seminato distruzione in numerose aree della città, danneggiando pesantemente edifici residenziali, strutture pubbliche e servizi essenziali. I soccorritori hanno lavorato per ore tra le macerie alla ricerca di superstiti, mentre l’intera popolazione è tornata a rifugiarsi nei bunker sotterranei per la paura di nuovi attacchi.

Odessa sotto attacco, cresce l’asse Mosca-Pyongyang

Il bilancio è drammatico: tra le strutture colpite vi sono un edificio di 23 piani ridotto in parte a uno scheletro fumante, un centro amministrativo, un’infrastruttura ferroviaria strategica e un gasdotto. Anche numerose automobili, un’autorimessa e alcuni garage sono stati completamente distrutti. Le immagini diffuse mostrano il volto stravolto della città, tra finestre sventrate e palazzi anneriti. I residenti parlano di un’esplosione improvvisa che ha squarciato il silenzio della notte, svegliando bambini e anziani, e gettando tutti in una fuga disperata verso i rifugi. Il sindaco di Odessa ha chiesto un rafforzamento immediato del sistema antiaereo, affermando che “la città è sotto assedio” e che la popolazione “non può resistere a lungo senza un supporto internazionale più incisivo”.

La strategia del terrore e l’intensificazione del conflitto


L’attacco a Odessa non è un episodio isolato, ma parte di una strategia più ampia condotta da Mosca per fiaccare la resistenza ucraina colpendo centri nevralgici e civili. Il Ministero della Difesa ucraino ha definito l’attacco “un atto deliberato di terrore”, sottolineando come le infrastrutture colpite non avessero alcuna valenza militare. La pressione psicologica sulla popolazione, unita alla distruzione di asset logistici, rappresenta una delle tattiche impiegate dalla Russia per logorare il fronte interno ucraino. Le forze armate di Kiev, tuttavia, ribadiscono la loro determinazione a respingere l’invasione, e promettono una risposta proporzionata. Le richieste di armamenti da parte del presidente Zelensky si sono fatte ancora più pressanti nelle ultime ore, con un appello diretto alla NATO per accelerare le forniture.

L’asse Mosca-Pyongyang: il nuovo fronte tecnologico


Mentre l’offensiva russa si intensifica, una notizia diffusa dall’emittente pubblica giapponese NHK sta alimentando nuove preoccupazioni: la Corea del Nord sarebbe pronta a inviare personale tecnico e ingegneri in Russia per contribuire all’espansione della produzione di droni. Se confermata, questa alleanza rappresenterebbe un salto di qualità nel rapporto tra Mosca e Pyongyang, e un ulteriore segnale di isolamento del blocco occidentale. Il supporto nordcoreano potrebbe aumentare significativamente la capacità offensiva della Russia, soprattutto nel settore degli sciami di droni da ricognizione e attacco, ormai centrali nella strategia bellica contemporanea. Per gli esperti militari, si tratterebbe di un “game changer” che metterebbe ancora più sotto pressione le difese ucraine.

L’incubo di un’alleanza tra regimi autoritari

Il rafforzamento del legame tra Russia e Corea del Nord non si limita all’aspetto tecnico-militare. Gli analisti vedono in questo avvicinamento un ulteriore passo verso la creazione di un fronte unito di regimi autoritari determinati a sfidare l’ordine internazionale liberale. Pyongyang, in particolare, potrebbe trarre vantaggio da scambi di risorse, tecnologie e supporto diplomatico, in un momento in cui anche la Cina osserva con attenzione e ambiguità l’evolversi della situazione. Per Washington e Bruxelles, il rischio è che la crisi ucraina diventi il catalizzatore di un nuovo schieramento globale anti-occidentale, più coordinato e aggressivo di quanto si sia visto finora.

Odessa simbolo di resistenza e vulnerabilità

La città portuale di Odessa, con il suo passato multiculturale e il suo ruolo chiave nei traffici del Mar Nero, è divenuta ormai uno dei simboli della resistenza ucraina. Ma oggi è anche il segno tangibile della vulnerabilità di un Paese sotto attacco costante. Il governo ucraino teme che nuovi raid possano compromettere del tutto la rete infrastrutturale del sud del Paese, ostacolando l’invio di aiuti umanitari e materiali bellici. Anche l’export agricolo, già duramente colpito nei mesi precedenti, rischia una nuova battuta d’arresto. In questo scenario, Odessa è sempre più al centro di una guerra che non è più soltanto locale, ma globale nei suoi riflessi politici, economici e militari.
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