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Raid contro tenda di giornalisti a Gaza: uccisi cinque membri di Al Jazeera

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Raid contro tenda di giornalisti a Gaza: uccisi cinque membri di Al Jazeera

Cinque persone dello staff di Al Jazeera – due giornalisti e tre operatori – sono state uccise a Gaza in quello che l’emittente satellitare definisce un “raid mirato” delle forze israeliane. L’attacco ha colpito una tenda allestita a Gaza City come punto di appoggio per i reporter impegnati a documentare la crisi. Secondo fonti locali, la struttura era chiaramente segnalata come spazio per la stampa. Le immagini diffuse dal canale mostrano detriti, attrezzature distrutte e il fumo ancora denso, mentre i soccorritori recuperavano i corpi.

Raid contro tenda di giornalisti a Gaza: uccisi cinque membri di Al Jazeera

Nonostante le critiche crescenti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che l’operazione militare andrà avanti. “Ci sono ancora migliaia di terroristi”, ha dichiarato, precisando che l’obiettivo “non è occupare la Striscia, ma liberarla da Hamas”. Ha parlato di un calendario “abbastanza rapido” come “modo migliore per finire la guerra” e ha attaccato le Nazioni Unite e parte della stampa internazionale: “Gli unici che stanno morendo di fame lì sono i nostri ostaggi”.

Reazioni e tensioni diplomatiche
La risposta palestinese è stata immediata: Hamas ha accusato Netanyahu di “continuare a mentire” e di voler giustificare un’escalation che colpisce in particolare civili e operatori dell’informazione. L’ONU ha denunciato una “pericolosa escalation” e convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza. Regno Unito e Francia hanno chiesto ufficialmente a Israele di interrompere le operazioni militari, sottolineando il rischio di ulteriori vittime civili e di un collasso umanitario irreversibile.

Telefonata con Trump e nuovi equilibri internazionali

Sul piano diplomatico, Netanyahu ha avuto un colloquio telefonico con il presidente statunitense Donald Trump. I contenuti ufficiali della conversazione non sono stati resi pubblici, ma fonti israeliane riferiscono di una “ampia convergenza” sulla necessità di neutralizzare Hamas e di garantire la sicurezza di Israele. Non è chiaro se Trump abbia posto limiti temporali o condizioni sull’operazione.

La questione della sicurezza dei giornalisti
L’attacco che ha ucciso i membri di Al Jazeera riaccende il dibattito sulla protezione degli operatori dell’informazione nelle zone di guerra. Le organizzazioni internazionali per la libertà di stampa hanno condannato l’episodio, ricordando che i giornalisti godono di tutela specifica secondo le convenzioni internazionali. Reporter Senza Frontiere ha definito il raid “un crimine di guerra” e ha chiesto un’inchiesta indipendente.

Un conflitto senza tregua

Nella Striscia di Gaza la situazione resta drammatica. I bombardamenti continuano a colpire aree residenziali, scuole e strutture sanitarie, mentre gli sfollati si ammassano in rifugi di fortuna. Le organizzazioni umanitarie segnalano difficoltà crescenti nell’accesso ad acqua potabile, elettricità e medicinali. La prospettiva di una tregua appare lontana, e l’uccisione di giornalisti rischia di limitare ulteriormente la documentazione indipendente del conflitto.

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