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Trump lancia ultimatum a Hamas: "Ostaggi liberi o conseguenze"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump lancia ultimatum a Hamas: 'Ostaggi liberi o conseguenze'

La crisi in Medio Oriente segna una nuova, delicata fase con la mossa a sorpresa del presidente americano Donald Trump. Da Washington è arrivata infatti una proposta-ultimatum che mette Hamas di fronte a un bivio: liberare tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese oppure affrontare “gravi conseguenze”. Una dichiarazione che ha immediatamente infiammato il dibattito diplomatico internazionale, mentre sul terreno la tensione resta altissima.

Trump lancia ultimatum a Hamas: "Ostaggi liberi o conseguenze"

Secondo quanto trapela, la Casa Bianca ha elaborato un pacchetto che prevede la cancellazione dell’imminente offensiva militare israeliana denominata “Carri di Gedeone” e, in parallelo, il rilascio di un numero significativo di detenuti palestinesi. Un mix che unisce pressioni e aperture, con l’obiettivo di spezzare lo stallo che da settimane blocca ogni negoziato. Israele, secondo fonti vicine al governo, starebbe valutando “in maniera molto seria” la proposta, anche in virtù delle forti pressioni esercitate dalle famiglie degli ostaggi, che chiedono al premier Netanyahu di non lasciarsi sfuggire questa occasione.

La reazione di Hamas
Da Gaza la risposta non si è fatta attendere: portavoce dell’organizzazione hanno dichiarato di essere “pronti a riprendere i negoziati”, pur ribadendo che qualsiasi scambio dovrà tenere conto delle richieste palestinesi. Una formula ambigua che lascia aperti spiragli ma non cancella i dubbi di chi teme che Hamas stia solo cercando di guadagnare tempo. Trump, intanto, ha fatto sapere che l’offerta non resterà sul tavolo a lungo: l’ultimatum è destinato a scadere in pochi giorni.

Pressioni interne in Israele
Le famiglie degli ostaggi continuano a manifestare e a incontrare i leader politici, chiedendo un impegno concreto. “Ogni giorno che passa riduce le possibilità di rivedere vivi i nostri cari”, ha dichiarato un portavoce dei parenti. L’opinione pubblica israeliana appare divisa: da un lato chi vede nella proposta americana l’unica via per riportare a casa i prigionieri, dall’altro chi teme che cedere significhi legittimare Hamas e minare la sicurezza del Paese.

Washington in bilico

Per Trump si tratta di una mossa rischiosa ma potenzialmente decisiva. Il presidente cerca di rafforzare il suo ruolo di mediatore internazionale, presentandosi come l’unico in grado di fermare una nuova escalation. Al tempo stesso, sa che un fallimento potrebbe trasformarsi in un boomerang politico a pochi mesi da scadenze cruciali negli Stati Uniti. Le cancellerie occidentali seguono con attenzione, mentre l’Unione Europea ha espresso “cauto sostegno” all’iniziativa, pur chiedendo garanzie su tempi e modalità di attuazione.

Scenari aperti
Il futuro immediato dipenderà dalla capacità delle parti di accettare compromessi concreti. Israele valuta il prezzo politico e militare di una rinuncia all’operazione “Carri di Gedeone”, Hamas cerca di non apparire debole agli occhi della propria base, Trump scommette su un successo che rafforzi la sua immagine internazionale. Nelle prossime ore la diplomazia sarà chiamata a un lavoro serrato: la tregua non è impossibile, ma il margine per evitare un nuovo ciclo di violenze appare sempre più stretto.

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