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Scontro Usa-Ue sui dazi, Sevcovic vola a Washington. La legge di bilancio di Trump verso l’approvazione

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Scontro Usa-Ue sui dazi, Sevcovic vola a Washington. La legge di bilancio di Trump verso l’approvazione

Il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič arriva oggi a Washington per un incontro cruciale con i rappresentanti dell’amministrazione Trump. Obiettivo: evitare una nuova escalation nella guerra commerciale che, tra minacce di dazi e sovvenzioni incrociate, rischia di compromettere l’equilibrio economico tra le due sponde dell’Atlantico. Dopo mesi di tensioni, il viaggio di Šefčovič è un tentativo di riaprire un canale politico, ma l’aria che si respira nella capitale americana è tutt’altro che distensiva. Trump, tornato alla Casa Bianca con una maggioranza compatta, ha rafforzato la linea protezionista e non sembra intenzionato a fare concessioni all’Europa, accusata apertamente di “slealtà commerciale”.

Scontro Usa-Ue sui dazi, Sevcovic vola a Washington. La legge di bilancio di Trump verso l’approvazione

In parallelo, il presidente Trump si prepara a incassare l’approvazione della sua legge di bilancio, ribattezzata dallo stesso leader “Big Beautiful Bill”. Il provvedimento — che oggi potrebbe ottenere il via libera definitivo dal Congresso — rappresenta una svolta radicale nella politica fiscale americana: aumento del deficit di oltre 3.300 miliardi di dollari in dieci anni e tagli profondi ai fondi destinati al welfare, a cominciare dal programma sanitario Medicaid. Il bilancio di Trump non è solo un documento contabile: è una dichiarazione ideologica, che intende rafforzare il primato dell’iniziativa privata, smantellando l’architettura sociale costruita dai democratici nei decenni precedenti. Un piano che spaventa Wall Street per le sue implicazioni finanziarie, ma galvanizza la base conservatrice, che vede nella riduzione della spesa pubblica una promessa finalmente mantenuta.

L’Atlantico sempre più largo: la crisi dei rapporti transatlantici
Il colloquio tra Sevcovic e i rappresentanti del Dipartimento del Commercio Usa si inserisce in un contesto ormai segnato da diffidenza e ostilità. L’America di Trump considera la politica industriale europea, in particolare quella tedesca e francese, come una minaccia diretta alla competitività americana. Gli incentivi pubblici ai settori green e tecnologici sono visti come concorrenza sleale. Da parte sua, Bruxelles denuncia le nuove tariffe doganali imposte su alcuni prodotti agricoli e meccanici europei, definendole “unilaterali e illegittime”. L’ipotesi di una rottura definitiva non è più remota come un tempo: i vecchi meccanismi multilaterali — WTO in testa — sono ormai paralizzati, e le sanzioni incrociate hanno sostituito i tavoli negoziali.

Tagli al Medicaid, più spese militari: il volto politico del bilancio Trump
Il cuore della legge di bilancio non è solo economico, ma profondamente politico. Il taglio ai programmi sociali è bilanciato da un aumento significativo delle spese militari e per la sicurezza interna. La difesa avrà un budget rafforzato, con l’intento dichiarato di “riportare l’America a essere temuta, non solo rispettata”. Il sistema sanitario pubblico ne esce invece fortemente indebolito: milioni di cittadini a basso reddito rischiano di perdere la copertura Medicaid, mentre l’Obamacare è ormai smantellato in quasi tutte le sue componenti chiave. Una manovra che cristallizza la visione di Trump: meno Stato, più esercito, meno vincoli fiscali per le imprese, più spazio per il mercato.

Le reazioni europee: tra impotenza e preoccupazione
Bruxelles guarda con preoccupazione alla traiettoria americana. Le scelte fiscali e commerciali della nuova amministrazione rischiano di innescare un circolo vizioso di protezionismo e dumping fiscale, proprio mentre l’Europa tenta di difendere il Green Deal e i suoi modelli di economia sostenibile. Ma le armi a disposizione della Commissione sono poche: l’Europa si presenta divisa, con Germania e Francia più esposte sul fronte industriale, e gli Stati del Sud in difficoltà economica. La missione di Šefčovič, dunque, è tanto simbolica quanto concreta: cercare di arginare la valanga prima che travolga un’intera stagione di cooperazione atlantica, sempre più sfilacciata e in crisi strutturale.

Trump davanti al bivio: leadership o isolamento
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ridefinisce i rapporti tra gli Stati Uniti e il mondo. L’approvazione della Big Beautiful Bill e l’indurimento della linea sui dazi sono segnali chiari: l’America vuole tornare a imporre le sue condizioni, anche a costo di spezzare vecchie alleanze. Ma resta da vedere se questo approccio sarà sostenibile nel lungo termine. Con un deficit che cresce a ritmi vertiginosi e un mondo che cambia sotto la pressione di nuove potenze — Cina in primis — Trump rischia di spingere gli alleati storici verso altri orizzonti. L’Europa, oggi più che mai, deve decidere se reagire o continuare a inseguire.

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