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Zecche invadono i parchi urbani negli Stati Uniti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Zecche invadono i parchi urbani negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, le zecche stanno diventando protagoniste inattese degli spazi verdi cittadini. Fino a pochi anni fa associate esclusivamente a boschi e campagne, oggi colonizzano con disinvoltura parchi urbani, aree gioco, giardini pubblici e perfino spazi destinati agli animali domestici. Il fenomeno è allarmante non solo per la rapidità della diffusione, ma per le conseguenze sanitarie che comporta: la malattia di Lyme, in crescita costante, è solo una delle numerose patologie trasmesse da questi artropodi.

Le zecche invadono i parchi urbani americani: il rischio arriva sotto casa

La trasformazione ambientale legata al cambiamento climatico è tra i principali fattori che favoriscono la proliferazione delle zecche in ambito urbano. Le stagioni calde e umide si sono allungate, le temperature invernali non sono più abbastanza rigide da interrompere il ciclo vitale di questi parassiti, e l’umidità residua del sottobosco urbano rappresenta un habitat ideale. A questo si aggiunge la crescente urbanizzazione, che ha trasformato l’assetto del territorio introducendo nuovi corridoi verdi e riducendo la distanza tra le zone selvatiche e i centri abitati. Gli animali selvatici – cervi, topi, scoiattoli – fungono da vettori, trasportando le zecche direttamente nei quartieri cittadini.

La nuova geografia del contagio
Ciò che fino a poco tempo fa era un rischio localizzato oggi coinvolge le aree metropolitane. Le autorità sanitarie americane stanno registrando un numero crescente di infezioni da malattia di Lyme in città considerate fino a ieri sicure. Aree come Central Park a New York o i parchi di Boston e Washington stanno diventando nuovi focolai di esposizione, soprattutto nei mesi estivi. Le zecche non si limitano a trovare un habitat favorevole, ma incontrano anche una nuova popolazione ospite: bambini, anziani, corridori, turisti, proprietari di cani. L’interazione quotidiana tra uomo e parassita è ormai una realtà consolidata.

Prevenzione e informazione ancora in ritardo

Nonostante l’espansione del fenomeno, la risposta delle istituzioni resta frammentaria. In molte aree verdi urbane mancano del tutto cartelli informativi o misure di prevenzione. I cittadini spesso ignorano i rischi e non sono informati su come riconoscere, rimuovere o segnalare le zecche. Eppure, piccoli accorgimenti – come evitare l’erba alta, usare abiti chiari e repellenti, controllare la pelle al ritorno a casa – potrebbero ridurre in modo significativo l’incidenza dei casi. Serve un salto culturale: non basta progettare il verde, occorre integrarlo in una strategia di salute pubblica.

Una nuova sfida per la gestione urbana
La presenza delle zecche chiama in causa anche la manutenzione dei parchi. Erba alta, cespugli fitti, aree non curate favoriscono la loro proliferazione. Una gestione intelligente degli spazi verdi – che contempli sfalci regolari, percorsi tracciati, controlli sulla fauna – può ridurre i rischi senza compromettere la biodiversità. Alcuni progetti pilota negli Stati Uniti hanno già dimostrato l’efficacia di queste pratiche. Tuttavia, per diventare politiche diffuse serve un cambio di passo nella progettazione urbana.

Un campanello d’allarme anche per l’Europa
Quanto sta accadendo negli Stati Uniti rappresenta un banco di prova che interessa da vicino anche l’Europa. In Italia, le stesse dinamiche di urbanizzazione e cambiamento climatico sono già in atto. I parchi cittadini, spesso orgoglio delle amministrazioni locali, rischiano di trasformarsi in spazi a rischio se non inseriti in una cornice più ampia di prevenzione ambientale. Le zecche non annunciano il loro arrivo. Ma la loro presenza, silenziosa e costante, chiede risposte immediate e consapevoli.

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