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Consiglio europeo, linea calda su Ucraina e Medio Oriente. Zelensky in video, l’Ue cerca una sintesi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Consiglio europeo, linea calda su Ucraina e Medio Oriente. Zelensky in video, l’Ue cerca una sintesi

La riunione del Consiglio europeo si apre a Bruxelles con un ordine del giorno che riflette le tensioni internazionali. Ucraina, Medio Oriente, politica commerciale e rapporti con gli Stati Uniti. La presenza in videocollegamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è il primo segnale della centralità del conflitto nell’Est Europa. Sul tavolo c’è il rafforzamento del sostegno militare e l’avvio di un fondo pluriennale che dovrebbe garantire forniture costanti a Kiev anche nel 2026. Alcuni governi restano prudenti. L’Ungheria ha chiesto di rivedere i termini del sostegno e propone meccanismi di verifica più stringenti. Varsavia e i Paesi baltici chiedono invece un’accelerazione.

Consiglio europeo, linea calda su Ucraina e Medio Oriente. Zelensky in video, l’Ue cerca una sintesi

L’obiettivo di trovare una posizione comune non è scontato. Sul Medio Oriente, Francia e Spagna spingono per un riconoscimento unilaterale dello Stato di Palestina, misura che l’Italia e la Germania considerano prematura. Il documento preparatorio del Consiglio contiene una formula aperta, che fa riferimento al principio dei “due Stati”, ma senza impegni temporali. L’Italia, attraverso fonti diplomatiche, ha fatto sapere che non accetterà “forzature di calendario”. Il governo Meloni mantiene una posizione legata al rispetto delle risoluzioni Onu e a una mediazione multilaterale. L’opzione di sanzioni coordinate contro Hamas non è all’ordine del giorno, ma non viene esclusa in futuro.

Schlein contro il Ppe, “nessun voto scontato”
All’interno del Parlamento europeo, la trattativa è già in corso. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha lanciato un avvertimento diretto al Partito Popolare Europeo e alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “I voti del Pd non sono scontati”, ha detto in un’intervista. Il messaggio è rivolto anche ai negoziatori italiani: se l’accordo sulle presidenze Ue non dovesse tenere conto degli equilibri politici interni, il sostegno del centrosinistra potrebbe saltare. Dietro la frase, c’è anche un negoziato aperto sulle vicepresidenze del Parlamento e sulla guida di alcune commissioni strategiche.

Il tema commerciale: l’ombra dei dazi Usa
I rapporti con gli Stati Uniti sono tornati al centro dell’agenda dopo le dichiarazioni del presidente Trump, che ha minacciato l’introduzione di dazi raddoppiati per i Paesi Nato che “non pagano abbastanza”. L’Ue valuta l’ipotesi di una risposta coordinata. Non ci sono ancora bozze formali, ma secondo fonti vicine alla presidenza belga del Consiglio Ue, è in discussione un documento che riafferma il principio di reciprocità commerciale. L’ipotesi di contromisure viene definita “remota, ma non esclusa”. Si lavora a un’iniziativa diplomatica comune per ridurre le tensioni e mantenere aperto il canale negoziale transatlantico.

Nessuna decisione definitiva, ma le trattative sono aperte
Il Consiglio europeo durerà almeno due giorni. Al momento non sono attese decisioni vincolanti. Il vertice servirà a definire le linee di lavoro per il secondo semestre dell’anno e a stabilire le priorità in vista del bilancio Ue. Il meccanismo di finanziamento del fondo per l’Ucraina resta una questione aperta. Germania e Paesi Bassi chiedono una gestione intergovernativa, mentre la Commissione vorrebbe un approccio centralizzato. Le discussioni proseguiranno anche a livello tecnico, con una nuova sessione del Coreper già convocata per la prossima settimana.

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