Assolombarda, economia regionale oltre le attese: reggono export e occupazione ma il caro energia aumenta l’incertezza per il 2023

- di: Barbara Leone
 
L’economia lombarda continua a stupire. La sua tenuta fino a settembre, ben oltre le attese, è confermata dalle esportazioni regionali che, nel terzo trimestre, aumentano in modo sostenuto su base annua, pur con un tasso inferiore rispetto ai periodi precedenti. Nello stesso trimestre, migliora ancora anche il mercato del lavoro, ma non viene meno il divario in tema di occupazione rispetto al periodo pre-Covid. Sono queste le prime evidenze emerse nel Booklet “Economia” curato dal Centro Studi di Assolombarda, che si concentra anche sulle performance degli ultimi tre mesi. Pesano ancora il tema del caro energia e degli aumenti del gas, che saranno due punti trattati nel corso del Consiglio generale di Assolombarda di oggi pomeriggio, alla presenza del presidente dell’Autorità dell’Energia, Stefano Besseghini. Per il trimestre in corso, invece, si rafforzano i segnali di indebolimento del ciclo economico, con gli ordinativi del manifatturiero che a novembre continuano a flettere per il quinto mese consecutivo.

Assolombarda, economia regionale oltre le attese

Tuttavia, nell’ultimo mese le aspettative a breve termine di produzione tornano ad aumentare, sebbene su livelli medi decisamente più contenuti rispetto alla prima metà del 2022. Anche nel settore dei servizi si osserva la stessa dinamica con riferimento alla domanda: è stato rilevato un peggioramento nella situazione corrente ma, al contempo, un miglioramento nelle attese. La vera certezza è l’incertezza, soprattutto nell’industria. Più nel dettaglio, le indagini di novembre in Lombardia e nel Nord Ovest rilevano un ulteriore peggioramento dei giudizi sulla domanda nel manifatturiero che ormai dall’estate si aggira sui minimi da inizio 2021, con una flessione della componente sia interna sia, soprattutto, estera. Inoltre, le giacenze di prodotti finiti nei magazzini continuano ad accumularsi. In senso inverso, le aspettative di produzione tornano ad aumentare dopo tre mesi, determinando così un lieve miglioramento dell’indice sintetico di fiducia.

Nonostante ciò, la fiducia rimane sia nel Nord Ovest e in Italia sia nei principali paesi europei intorno ai punti più bassi da fine 2020 a inizio 2021. Tra gli operatori industriali, più ancora che tra quelli dei servizi alle imprese e dell’ICT, prevale una diffusa e marcata difficoltà nel prevedere l'andamento futuro degli affari della propria impresa, con un indice di incertezza rilevato da Istat a livello nazionale che, a novembre, si posiziona solo di poco al di sotto dei livelli elevatissimi registrati allo scoppio della guerra in Ucraina. Tra i fattori di maggiore volatilità e rischio in prospettiva, si segnala il rialzo in corso nelle quotazioni del gas: dopo l’autunno mite e la marcata riduzione registrata tra inizio settembre e metà novembre, nelle ultime settimane il gas europeo è di nuovo in salita, riguadagna un +40% rispetto al minimo del mese scorso (97,9 €/MWh l’11/11/22) e torna su livelli oltre 12 volte rispetto al pre-Covid (137,5 €/MWh il 13/12/22, a confronto con gli 11,2 €/MWh medi di gennaio 2020). Per quanto riguarda le esportazioni, in Lombardia la crescita su base annua nel terzo trimestre decelera rispetto alla prima metà dell’anno ma rimane molto sostenuta (+18,5% su base annua), riflettendo una buona tenuta competitiva sui mercati esteri ma anche il rialzo dei prezzi di vendita, che incorporano quotazioni straordinarie di molte materie prime industriali.

Nel complesso dei primi nove mesi del 2022, il bilancio preconsuntivo per le imprese lombarde è di vendite estere record pari a 120 miliardi di euro, in aumento del +20,5% rispetto al 2021 (+27% rispetto al 2019): risultato sostanzialmente in linea con l’Italia (+21,2%), ma superiore alle principali regioni benchmark nazionali (+16,9% Emilia-Romagna, +17,5% Veneto, +18,1% Piemonte) ed europee (+12,5% Bayern, +15% Auvergne Rhône-Alpes, +17,3% Cataluña). In Lombardia i settori che più contribuiscono alla performance tra gennaio e settembre sono: elettronica (+28,8% tendenziale), metalli (+27,7%), chimica (+22,6%) e moda (+26%). L’automotive è l’unico comparto con il segno meno (-1,5%). Tra i mercati di destinazione, la crescita è generalizzata: +23,7% l’export verso l’Ue (in particolare, +28,4% Spagna, +24,1% Germania) e +18,9% verso l’extra Ue (in particolare, +37,5% Stati Uniti, +33,2% Svizzera). Nel mercato del lavoro lombardo, inoltre, si contano 52 mila occupati in più nel terzo trimestre 2022 rispetto al 2021 e, in parallelo, diminuiscono ulteriormente i disoccupati (-33 mila) e gli inattivi (-25 mila). A questo quadro di progressiva ripresa si affianca un deficit persistente rispetto alla situazione pre-Covid: a confronto con il 3° trimestre 2019, il bilancio è ancora di -20 mila occupati e, sebbene risultino -19 mila disoccupati, ci sono ancora +27 mila inattivi. Inoltre, più di recente, tornano a crescere le ore di cassa integrazione autorizzate in regione, a circa 8 milioni nel mese di ottobre, il 28% in più rispetto a settembre.

Entrando ancor di più nel dettaglio del report vediamo che a livello locale i dati a consuntivo per il terzo trimestre 2022 certificano a Milano una progressione ancora sostenuta della produzione manifatturiera (+6,1% tendenziale, più del +4,8% lombardo) e dell’export (+24,7%). L’attività dell’industria milanese si porta, così, oltre i livelli pre-pandemici del +11,4% (in linea con la media lombarda) e l’export sale al massimo di 41 miliardi di euro nel complesso nei primi nove mesi dell’anno, con un aumento del +23,1% rispetto al 2021 (superiore al +20,5% regionale). Tra i settori più dinamici emergono per contributo: metalli (+31,9% l’export a gennaio-settembre), moda (+26,5%), apparecchi elettrici (+20,8%), chimica (+20,7%), farmaceutica (+14,8%), ma anche prodotti petroliferi in exploit nei mesi estivi. Per contro, flette l’automotive (-9,6%). Nel 2022, si attende una crescita del PIL di Milano del +4,8%, più della media lombarda (+3,9%), recuperando pienamente la recessione pandemica e attestandosi alla fine dell’anno a +2,9% rispetto al 2019 (+1,8% la regione). Anche l’occupazione torna in linea con i livelli pre-Covid (+0,1%). Per il 2023 le stime sono invece ribassate, +0,8% l’incremento atteso del Pil metropolitano, comunque superiore al +0,3% regionale grazie a una maggiore tenuta dei servizi e a una più contenuta flessione dell’industria. Nel territorio di Monza e della Brianza la produzione manifatturiera cresce ancora di un robusto +7,4% nel terzo trimestre 2022 rispetto a un anno prima, superando nettamente la dinamica regionale (+4,8%) e attestandosi così a +14,9% rispetto ai livelli 2019. Anche l’incremento dell’export si conferma consistente: +24,9% nel terzo trimestre, per 9,5 miliardi di euro complessivi nei primi nove mesi dell’anno (+21,1% rispetto allo stesso periodo del 2021). I settori di vocazione del territorio con la performance più sostenuta sono farmaceutica (+54,3%), chimica (+27,5%), gomma-plastica, (+23,8%), elettronica (+20,5%), metalli (+19,8%), arredo e altro manifatturiero (+18,7%). Meccanica (+3,6%) e automotive (+2,8%) i due comparti con la dinamica più ridotta. Nel 2022, si attende un a crescita del Pil del +2,5%, che torna al di sopra del pre-Covid (+0,6% rispetto al 2019, sebbene inferiore al +1,8% lombardo); recupera anche l’occupazione (+1,1%). Per il 2023 le previsioni per l’economia locale sono, però, in flessione del -0,4%, a fronte di una lieve crescita in Lombardia (+0,3%), risentendo il territorio maggiormente del rincaro degli input produttivi e del rallentamento internazionale. Passando a Lodi il report evidenzia che l’industria lodigiana continua a crescere anche nel terzo trimestre 2022 (+3,3% la produzione tendenziale), anche se a un ritmo meno sostenuto del passato, al pari della dinamica osservata a livello lombardo. I livelli dei volumi produttivi rimangono ben al di sopra del pre-Covid, a +8,2% (+11,3% in regione).

Le esportazioni sono più dinamiche, con un’accelerazione straordinaria nel terzo trimestre (+45,9%) che determina, nei primi nove mesi dell’anno, vendite all’estero pari a 3,9 miliardi di euro (+35,2% rispetto al corrispondente periodo del 2021 vs +20,5% in regione), il valore più alto di sempre. Più di tre quarti dell’incremento lodigiano realizzato tra gennaio e settembre è legato all’elettronica (+69,3%), ma anche ‘neutralizzando’ questo effetto le imprese provinciali realizzano comunque un record di export. Tra gli altri settori di specializzazione del territorio si segnalano le performance particolarmente positive, in ordine di contributo, di chimica (+20,3% tendenziale a gennaio-settembre 2022), alimentare (+20,4%), farmaceutica (+58%). In difficoltà da inizio anno risulta, invece, la meccanica (-40%). Il bilancio complessivo del 2022 per l’intero sistema economico lodigiano è di una crescita attesa del PIL pari a +2,7%, in grado di colmare pienamente la caduta sperimentata con la pandemia e portando, così, l’economia locale a +1,7% rispetto al 2019 alla fine di quest’anno, in linea con il totale lombardo. L’occupazione si attesta al +4,2% rispetto al 2019, più resiliente agli shock recenti rispetto al mercato del lavoro regionale. Per il 2023 le stime peggiorano e rilevano di una contenuta flessione del Pil lodigiano pari a -0,2%, a confronto con un +0,3% in Lombardia.

Ed infine Pavia: l’importante progressione della manifattura pavese nell’ultimo anno continua anche nel terzo trimestre 2022, quando la produzione aumenta del +8,4% rispetto al 2021 (più del +4,8% in Lombardia) e si attesta a +8% sopra ai livelli 2019 (meno del recupero regionale, a +11,3%, accusando un recupero più lento nella fase iniziale di ripresa post Covid). Nei mesi estivi anche le esportazioni crescono a una intensità sostenuta e nel complesso dei primi nove mesi del 2022 le imprese di Pavia realizzano un nuovo massimo pari a 3,3 miliardi di euro, +19,7% rispetto al 2021 (in linea con il +20,5% lombardo) e +9,3% rispetto al 2019 (molto al di sotto del +27% regionale). Chimica (+51,4%), metalli (+36,7%), alimentare (+32,5%) sono i settori che forniscono il contributo maggiore alla crescita dell’export pavese tra gennaio e settembre 2022 rispetto al 2021. Importante per l’economia del territorio è, poi, il comparto moda che, nonostante prosegua il percorso di ripresa, sconta ancora un divario che supera il -70% con il pre-Covid. Nel complesso del 2022, si prevede che l’economia possa colmare l’ingente perdita del 2020 e pareggiare i livelli del 2019, grazie a un incremento del PIL pari al +2,1%, registrando così una performance più contenuta rispetto alla media regionale che alla fine di quest’anno avanzerà sopra al pre Covid del +1,8%. Sul fronte occupazione il recupero provinciale è invece parziale, con a fine 2022 un gap del -3,2% con il 2019. Le previsioni per il 2023, infine, sono di un arretramento del Pil pavese del -0,6%, a fronte di un +0,3% in Lombardia, riflettendo un maggiore impatto dei rischi che si stanno materializzando lato offerta e decelerazione della domanda globale.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli