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Asia in volo: le Borse rimbalzano spinte da segnali distensivi USA-Cina

- di: Matteo Borrelli
 
Asia in volo: le Borse rimbalzano spinte da segnali distensivi USA-Cina
Tokyo, Hong Kong e Sydney guidano il rally asiatico. Wall Street chiude in forte rialzo. Il dollaro si rafforza dopo le rassicurazioni di Trump sulla Fed e sul commercio.
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Asia accelera: rally generalizzato nelle Borse orientali
Le Borse asiatiche corrono in apertura e consolidano nel corso della mattinata un deciso trend rialzista. A trainare i listini sono i segnali di disgelo tra Washington e Pechino, un cambio di tono dell’amministrazione Trump nei confronti della Federal Reserve e il rimbalzo energico di Wall Street. Alle 07:00 ora italiana, il quadro è inequivocabile: Hang Seng +2,41%, Nikkei 225 +1,96%, S&P/ASX 200 +1,34%, Nifty 50 +0,59%, Shanghai Composite +0,32%, Shenzhen +1,06%.
A Hong Kong, il rally è trascinato dal comparto tecnologico. Le blue chip cinesi volano: Alibaba guadagna oltre il 5%, Xiaomi il 3,9% e Tencent sfiora il +3%. La spinta è anche psicologica: dopo settimane di nervosismo, gli investitori colgono segnali concreti di una possibile tregua nella guerra dei dazi.
A Tokyo, il Nikkei si rafforza a quota 34.925 punti, sospinto da un doppio fattore: la prospettiva di un’intesa commerciale USA-Cina e l’allentarsi della pressione sul governatore della Fed, Jerome Powell. Anche l’arresto temporaneo del rafforzamento dello yen contribuisce a ridare slancio alle esportazioni nipponiche.
Sydney beneficia del buon momento delle materie prime e della fiducia degli investitori globali. In India, il listino Nifty mostra un andamento più moderato, ma comunque in territorio positivo, grazie alla solidità del comparto bancario e al rally delle infrastrutture.

Cina: cauta ma positiva
Anche le Borse cinesi mostrano un tono costruttivo. A Shanghai l’indice Composite avanza dello 0,32%, mentre Shenzhen guadagna l’1,06%. Gli investitori restano prudenti dopo i recenti segnali di rallentamento dell’economia, ma l’attenzione è ora rivolta ai possibili benefici derivanti da un allentamento delle tensioni con gli Stati Uniti. Inoltre, il governo cinese ha lasciato trapelare nelle scorse ore l’intenzione di sostenere la crescita con misure fiscali mirate. L’agenzia Xinhua ha parlato ieri sera di “nuovi strumenti per stimolare la domanda interna”.

Wall Street rimbalza con forza
La seduta di ieri a New York è stata tra le migliori dell’anno. Il Dow Jones è balzato di oltre mille punti (+2,7%), l’S&P 500 ha guadagnato il 2,5% e il Nasdaq il 2,7%. Il recupero ha radici multiple: i solidi conti trimestrali di alcuni big industriali, la frenata nella retorica di Trump contro Powell e il ritorno del tema commerciale, che ha ripreso una piega più dialogante.
“Non ho alcuna intenzione di rimuovere Powell. La Fed è indipendente e rispetto la sua funzione”, ha dichiarato Trump in una conferenza a Palm Beach (Florida). Parole che hanno rasserenato i mercati e contribuito a rafforzare il dollaro, che nelle ultime due settimane era stato penalizzato dall’instabilità istituzionale percepita.
Il settore tech è stato protagonista: Nvidia ha guadagnato il 4,2%, Meta il 3,9% e Amazon il 3,4%. Ma a sorprendere è stato il rimbalzo di alcuni titoli legati ai beni di consumo, come Nike (+5,6%) e Coca-Cola (+4,1%), in vista di una possibile riaccelerazione della domanda globale.

Dollaro in ripresa, lo yen si indebolisce
Sul mercato dei cambi, il biglietto verde torna a farsi valere. Il cambio USD/JPY è risalito a 142,06, contro il minimo di 140,15 toccato la scorsa settimana. Anche contro euro e franco svizzero il dollaro ha guadagnato terreno. I segnali di stabilità istituzionale e la forza dell’economia USA percepita dagli investitori internazionali stanno riportando fiducia nel dollaro, dopo settimane di pressioni ribassiste.
Secondo gli analisti di ING Bank, “il cambio di tono dell’amministrazione americana e i dati macro positivi pubblicati lunedì (produzione industriale +0,7% a marzo) stanno favorendo un ritorno verso gli asset denominati in dollari”.

Outlook: il ritorno della fiducia, ma la partita resta aperta
L’effetto combinato di tregua verbale tra USA e Cina, rassicurazioni sulla Fed e conti aziendali robusti ha generato un’ondata di ottimismo. Tuttavia, la prudenza resta d’obbligo. Il presidente Trump ha dimostrato in più occasioni di cambiare rapidamente tono, e le tensioni geopolitiche non sono affatto risolte.
Inoltre, il prossimo incontro tra i rappresentanti commerciali statunitensi e cinesi previsto per il 29 aprile a Ginevra sarà un test decisivo. Se da quel vertice dovessero emergere impegni concreti, il rally potrebbe consolidarsi. In caso contrario, la volatilità tornerebbe protagonista.
Come osserva l’analista Kevin Hsu di Nomura: “I mercati stanno correndo sulla base di promesse, ma per durare serve che arrivino fatti. L’esperienza degli ultimi anni ci insegna a non dare mai per scontata la coerenza della Casa Bianca”.

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