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Italiani e ambiente: cresce consapevolezza su cambiamenti climatici e inquinamento

- di: Sveva Faedda
 
Italiani e ambiente: cresce consapevolezza su cambiamenti climatici e inquinamento

Negli ultimi anni, la sensibilità ambientale in Italia ha subito un’evoluzione significativa. Se un tempo i temi legati all’inquinamento e alla sostenibilità erano considerati di nicchia o confinati ai dibattiti tra esperti e attivisti, oggi rappresentano una delle principali preoccupazioni della popolazione.

Italiani e ambiente: cresce consapevolezza su cambiamenti climatici e inquinamento

Il più recente rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha fotografato questa crescente consapevolezza, rivelando come il 58,1% degli italiani esprima preoccupazione per i cambiamenti climatici. Questo dato, rimasto stabile rispetto al 2023, dimostra quanto l’emergenza climatica sia ormai percepita come una questione strutturale, che incide direttamente sulla vita quotidiana delle persone e sul futuro del Paese.

Parallelamente, altri fattori legati alla qualità ambientale stanno guadagnando sempre più attenzione nell’opinione pubblica. La qualità dell’aria, per esempio, è diventata un argomento di grande rilievo, con la metà dei cittadini che dichiara di esserne preoccupata, un aumento rispetto al passato. L’inquinamento atmosferico, specialmente nei centri urbani più congestionati come Milano, Torino e Roma, è fonte di ansia non solo per il suo impatto sulla salute respiratoria e cardiovascolare, ma anche per le conseguenze sociali ed economiche che comporta. I livelli elevati di particolato e biossido di azoto, spesso superiori ai limiti imposti dall’Unione Europea, hanno portato a restrizioni sul traffico, chiusure temporanee di strade e un crescente dibattito sulle misure più efficaci per contenere il problema.

Un’altra questione che suscita apprensione è lo smaltimento dei rifiuti, strettamente collegato alla gestione dell’acqua e alle politiche di economia circolare. Circa il 40% degli italiani ritiene che il trattamento dei rifiuti e l’inquinamento delle risorse idriche siano tra le principali emergenze ambientali del Paese. Questo dato riflette la difficoltà di molte amministrazioni locali nel garantire una gestione efficiente dei rifiuti urbani e industriali, specialmente nel Mezzogiorno, dove il problema delle discariche abusive e del mancato riciclo è più acuto. D’altro canto, negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative per sensibilizzare i cittadini sulla riduzione degli sprechi, con una crescita significativa della raccolta differenziata in diverse regioni.

Un tema che sta emergendo con sempre maggiore urgenza è il dissesto idrogeologico, un problema che interessa vaste aree del territorio nazionale. Nel 2024, il 28,5% degli italiani ha dichiarato di essere preoccupato per frane, alluvioni e altri eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, con un incremento rispetto al 26,5% del 2023. Questa crescente inquietudine è comprensibile alla luce dei fenomeni meteorologici estremi che hanno colpito il Paese negli ultimi anni. Dalle alluvioni in Emilia-Romagna ai nubifragi che hanno devastato la Toscana e la Liguria, passando per le ondate di calore sempre più intense nel Centro-Sud, la vulnerabilità dell’Italia di fronte al clima che cambia è diventata un fatto evidente.

L’attenzione degli italiani all’ambiente si riflette anche nei comportamenti quotidiani. Sempre più persone adottano pratiche di risparmio energetico e idrico, cercando di ridurre i consumi domestici attraverso l’uso di elettrodomestici efficienti e una maggiore consapevolezza sui consumi. Anche il mercato dei prodotti a basso impatto ambientale è in crescita, con una maggiore propensione all’acquisto di prodotti biologici, a chilometro zero e con imballaggi riciclabili. La spinta verso un modello di consumo più sostenibile si osserva anche nella crescente diffusione della mobilità elettrica e nei progetti di rigenerazione urbana orientati alla sostenibilità.

Le preoccupazioni ambientali non si distribuiscono in modo uniforme sul territorio nazionale. Nel Nord Italia, la sensibilità verso il cambiamento climatico e l’inquinamento dell’aria è particolarmente elevata, con il 61,2% degli abitanti che considera queste tematiche prioritarie. La Pianura Padana, infatti, è tra le aree più inquinate d’Europa e le amministrazioni locali sono costrette a implementare misure sempre più stringenti per ridurre le emissioni e incentivare soluzioni sostenibili. Nel Sud e nelle isole, invece, il focus è spesso sulla gestione dei rifiuti e sulla tutela delle risorse idriche, data la maggiore vulnerabilità di alcune aree agli sprechi e all’inquinamento delle falde acquifere.

Oltre agli impatti sulla qualità della vita e sull’ambiente, le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici stanno diventando sempre più evidenti. Secondo i dati raccolti negli ultimi anni, l’Italia è tra i Paesi europei che hanno subito le maggiori perdite economiche a causa degli eventi climatici estremi. Nel decennio 2013-2022, il nostro Paese ha registrato danni per oltre 50 miliardi di euro, con una media annua di 5 miliardi di euro. Questo valore colloca l’Italia al primo posto in Europa per i costi legati ai cambiamenti climatici. Nel solo 2022, l’impatto pro capite è stato di 284 euro, contro una media UE di 117 euro per abitante.

I dati emersi dal rapporto Istat del 2024 mostrano quindi un quadro complesso, in cui la preoccupazione per l’ambiente si traduce sempre più spesso in azioni concrete, ma in cui permangono sfide significative da affrontare. Se da un lato cresce la consapevolezza e il coinvolgimento della popolazione, dall’altro l’Italia deve ancora fare i conti con politiche ambientali non sempre incisive e con la necessità di investire maggiormente nella transizione ecologica. Gli eventi climatici estremi, la crisi idrica e l’inquinamento delle città richiedono un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini in un percorso di trasformazione verso un futuro più sostenibile.

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