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Mattarella: "La mafia può essere vinta, dipende da noi"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mattarella: 'La mafia può essere vinta, dipende da noi'

"La mafia può essere vinta. Dipende da noi". Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rinnovato il suo appello alla lotta contro la criminalità organizzata nel suo messaggio in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, celebrata il 21 marzo.

Mattarella: "La mafia può essere vinta, dipende da noi"

Nel suo messaggio, Mattarella ha sottolineato come i nomi delle vittime delle mafie rappresentino "parte della nostra memoria collettiva", un monito costante affinché la società e le istituzioni non abbassino mai la guardia. Il capo dello Stato ha esortato a "superare rassegnazione e indifferenza", elementi che troppo spesso favoriscono il potere mafioso e la sua capacità di infiltrarsi nella società civile.

"Le mafie sono nemiche dichiarate della nostra democrazia. Le combattiamo ogni giorno, ci inchiniamo a chi si è sacrificato", ha aggiunto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ribadendo l’impegno del governo nella lotta alla criminalità organizzata.

Un impegno che parte dalle istituzioni e dalla società civile
Il messaggio del presidente Mattarella arriva in un momento in cui la battaglia contro le mafie si gioca non solo nelle aule di tribunale e nelle operazioni di polizia, ma anche sul fronte della cultura e della consapevolezza collettiva.

"Il contrasto alle mafie non può essere delegato solo alla magistratura e alle forze dell’ordine", ha ribadito il Capo dello Stato, evidenziando il ruolo fondamentale della scuola, del mondo del lavoro e delle comunità locali nella costruzione di un Paese libero dal giogo della criminalità organizzata.

L'invito di Mattarella è chiaro: non basta condannare la mafia con le parole, è necessario un impegno concreto e costante per impedirne il radicamento nelle istituzioni, nell’economia e nei territori più fragili.

Il ricordo delle vittime: simbolo di resistenza e speranza
Ogni anno, il 21 marzo, in tutta Italia vengono letti i nomi delle oltre mille vittime innocenti delle mafie, un elenco che include magistrati, giornalisti, politici, imprenditori, forze dell’ordine, cittadini comuni e persino bambini.

Tra questi, nomi che hanno segnato la storia del Paese: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Piersanti Mattarella e tanti altri. Storie di coraggio e sacrificio che rappresentano un esempio per le nuove generazioni, affinché il loro sacrificio non sia vano.

La lotta continua: arresti, sequestri e contrasto economico
Negli ultimi anni, le forze dell’ordine e la magistratura hanno inflitto duri colpi alla criminalità organizzata, con numerosi arresti di latitanti storici e il sequestro di beni per miliardi di euro.

Tuttavia, le mafie continuano a evolversi, infiltrandosi sempre più nei circuiti dell’economia legale, nell’imprenditoria e nella politica. Per questo, secondo Mattarella, il contrasto non deve essere solo repressivo, ma anche culturale ed educativo, per sottrarre ai clan il consenso sociale e l’illusione dell’impunità.

Un messaggio di speranza: la mafia si può sconfiggere
Il presidente della Repubblica ha voluto concludere il suo messaggio con un richiamo alla speranza e alla responsabilità collettiva: "Tanti luminosi esempi ci confermano che la mafia può essere sconfitta".

Un appello a non dimenticare chi ha lottato e a non abbassare la guardia, affinché l’Italia possa finalmente liberarsi dalla piaga della criminalità organizzata.

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