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Francia: primo turno politiche, pari a patta tra Macron e Mélechon, ma la Sinistra esulta

- di: Diego Minuti
 
Francia: primo turno politiche, pari a patta tra Macron e Mélechon, ma la Sinistra esulta
La Francia oggi si risveglierà sapendo di dovere aspettare un'altra settimana per capire di che colore sarà la prossima Assemblea nazionale. In ogni caso le urne, ormai chiuse, restituiscono una immagine azzoppata della democrazia rappresentativa della Francia, davanti ad un tasso di astensione che supererà ogni record precedente, attestandosi sopra il 51 %. Ora, nel caso in cui non ottenessero la vittoria Ensemble! di Emmanuel Macron o la Nuova unione popolare ecologica e sociale (Nupes) di Jean-Luc Mélechon, chi avrà la maggioranza dovrà trovare alleati, con i quali concordare ogni mossa. Quasi un'anatra zoppa.

E' il logico completamento di una campagna elettorale che Le Monde ha definito ''atona'' e che ha visto Macron attenersi ad un copione che oggi forse rimpiange. Perché, se è vero che in passato un presidente appena eletto ha visto sempre premiata la sua leadership nelle politiche immediatamente successive, Macron oggi rischia di non potersi fregiare della maggioranza, rendendo il suo cammino meno agevole del precedente. Perché forse, citiamo sempre Le Monde, ''chiudere gli occhi, stringere i denti e non muoversi'', come ha fatto Macron, potrebbe essere una strategia politica non premiante. Secondo i suoi oppositori, dalla sua rielezione a Presidente della Repubblica il 24 aprile scorso, Emmanuel Macron ha utilizzato la ''strategia del cloroformio'', per cercare di attutire l'impatto di un ballottaggio che stavano affrontando gli strateghi della maggioranza uscente. Una immagine forte, ma ampiamente giustificata dalla stasi di Macron su ogni iniziativa per evitare contraccolpi politici sempre in agguato.

Facendo eccezione per un ''innocuo''  testo sul potere d'acquisto, promesso per l'inizio dell'estate, il Capo dello Stato ha scelto un disarmante immobilismo, per evitare discussioni sui punti di divisione del suo programma, a cominciare dalla riforma delle pensioni di cui l'opposizione di Meléchon ha preso nettamente le distanze, proponendone una praticamente alternativa,  a partire dall'età minima (60 contro 62). Secondo le proiezioni di Ipsos-Sopra Steria, Ensemble! rischia, con 255 a 295 deputati, di non beneficiare della maggioranza assoluta al termine del secondo turno di domenica prossima, quando la soglia è fissata a 289 seggi. Uno scenario che sarebbe il primo dal 1988, quando Michel Rocard, primo ministro di François Mitterrand, governò con una maggioranza relativa semplice.  Se le proiezioni dovessero essere confermate, la compagine di Macron avrebbe il 25,2% (per il suo rivale la soglia toccata sarebbe del 25,6%) , segnalando un forte arretramento rispetto al primo turno delle legislative di cinque anni fa, quando ottenne il 32,33 %.

E non si può nemmeno dire che sia un risultato inatteso, perché al primo turno delle presidenziali  i candidati di Macron toccarono il 27,85%. Un segnale pericoloso per l'inquilino dell'Eliseo nei prossimi cinque anni. Quale che sia l'esito definitivo, il risultato del primo turno rappresenta un successo personale di Jean-Luc Mélenchon, riuscito a catalizzare intorno a lui forze di sinistra fino a ieri ''moribonde'', incapaci di trovare un comune terreno di lotta politica. Mélechon, uscito di scena al primo turno delle presidenziali, ha saputo unire, intorno a lui e al suo movimento La France Insoumise,  il Partito Socialista, Europe Ecologie-Les Verts e il Partito Comunista. Forse lo slogan scelto, ''Mélechon Primo Ministro'', non è di brande impatto,  ma evidentemente si è dimostrato efficace. Ma, nello scontro tra Macron e Mélechon c'è già chi ha vinto: il disinteresse della gente, che ha disertato in massa le urne. 
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