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Macron alza il tiro: “La Russia minaccia l’Europa”. Nuove sanzioni UE e l’ombra lunga della guerra ibrida

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Macron alza il tiro: “La Russia minaccia l’Europa”. Nuove sanzioni UE e l’ombra lunga della guerra ibrida

L’Europa si trova davanti a un bivio, e questa volta non si tratta di una questione di principio, ma di sopravvivenza. Emmanuel Macron, in un’intervista a Le Parisien, lancia un monito che suona come un avvertimento definitivo: la Russia non è solo una potenza ostile, ma una minaccia esistenziale per il continente.

Macron alza il tiro: “La Russia minaccia l’Europa”. Nuove sanzioni UE e l’ombra lunga della guerra ibrida

Una dichiarazione che, nel linguaggio della diplomazia, segna un punto di non ritorno e lascia intendere che Parigi stia prendendo seriamente in considerazione scenari finora ritenuti inaccettabili: dalla difesa attiva dei confini orientali dell’UE fino alla possibilità, ancora remota ma evocata sempre più spesso, di un coinvolgimento diretto nel conflitto.

Un mosaico di guerra ibrida
Macron elenca una serie di attacchi e destabilizzazioni che, a suo dire, dimostrano come Mosca stia già combattendo una guerra ibrida contro l’Occidente. Cyberattacchi sistematici, pressioni militari alle frontiere della Polonia, manipolazioni dell’informazione e interferenze nei processi elettorali, fino ad attentati sul suolo britannico: un mosaico di azioni che, secondo Parigi, compongono un disegno strategico chiaro. Non è più solo questione di sostegno all’Ucraina, ma di difesa della stessa sovranità europea.

La Russia, afferma Macron, sta testando i limiti della deterrenza occidentale. La sua dottrina nucleare è diventata una minaccia esplicita, con dichiarazioni che evocano sempre più frequentemente la possibilità di un conflitto su larga scala. Mosca si sta riarcando a un ritmo che non si vedeva dalla Guerra Fredda, e il Cremlino sembra convinto che il tempo giochi a suo favore: un’Europa divisa, impantanata in negoziati infiniti e sempre meno incline a un sostegno incondizionato a Kiev, sarebbe il preludio di una vittoria strategica russa.

Il sedicesimo pacchetto di sanzioni: ennesima stretta o mossa simbolica?
Di fronte a questo scenario, l’Unione Europea risponde con un nuovo pacchetto di sanzioni, il sedicesimo dall’inizio del conflitto. L’ennesima stretta colpisce la cosiddetta “flotta ombra” del Cremlino, con altre 73 imbarcazioni messe al bando, mentre l’economia russa continua a riorganizzarsi aggirando i blocchi occidentali grazie a triangolazioni con Paesi come la Turchia, la Cina e gli Emirati Arabi. Il problema, ormai evidente, è che le sanzioni sembrano colpire più i cittadini russi che la macchina bellica di Putin, che ha imparato a navigare tra le maglie della rete occidentale con sorprendente agilità.

A questo si aggiunge un elemento di logoramento politico. Se da una parte la Francia e alcuni Paesi dell’Europa orientale spingono per una posizione più dura, dall’altra la Germania resta ambigua, divisa tra la necessità di non compromettere ulteriormente la propria economia e l’obbligo morale di non cedere alla pressione russa. Gli Stati Uniti, dal canto loro, guardano sempre più verso il Pacifico, con l’ombra della Cina che incombe come una priorità strategica. Il rischio è che l’Europa, priva di una leadership forte e di una strategia comune, si trovi sempre più isolata in un conflitto che non può permettersi di perdere.

Odessa al buio: la guerra continua

Ma la guerra non è solo nei corridoi di Bruxelles o nelle dichiarazioni di Macron. Sul campo, la Russia continua a colpire duramente l’Ucraina. Nella notte, un nuovo attacco di droni ha devastato Odessa, lasciando al buio 160mila persone in pieno inverno. Un messaggio brutale, che segue la strategia già vista nei mesi scorsi: colpire le infrastrutture critiche per piegare la resistenza del Paese.

Zelensky denuncia, l’Europa condanna, ma l’escalation non si ferma. La domanda resta sempre la stessa: fino a quando l’Europa sarà spettatrice di questo conflitto senza fine? Macron ha alzato il tiro, ma basteranno le parole a fermare la guerra?

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