Mattinata ad alta tensione alla Camera dei Deputati, dove la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scatenato una dura reazione delle opposizioni leggendo alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante la sua replica sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Il documento, considerato la base del pensiero federalista europeo, è stato citato dalla premier con l’intento di marcare le distanze da una visione di Unione fondata su una maggiore integrazione politica e sociale.
Caos alla Camera, Meloni legge il Manifesto di Ventotene: "Non è la mia Europa"
Meloni ha scelto di leggere brani particolarmente radicali del Manifesto, come quelli che parlano della "dittatura del partito rivoluzionario" e della necessità di superare la proprietà privata in alcuni contesti. Alla fine della lettura ha dichiarato: "Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia".
Immediata la reazione dell’opposizione, con i deputati del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, di Azione e di Alleanza Verdi e Sinistra che hanno protestato duramente, accusando la premier di strumentalizzare il Manifesto e di travisarne il significato storico. Dai banchi del Pd si sono levate grida di dissenso, guidate da Giuseppe Provenzano e Federico Fornaro, mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana è stato costretto a intervenire per placare gli animi e infine ha deciso di sospendere temporaneamente la seduta.
L’opposizione chiede le scuse di Meloni, il centrodestra respinge le critiche
Subito dopo la sospensione dell’Aula, i gruppi di opposizione hanno chiesto che Meloni si scusasse per la sua interpretazione distorta del Manifesto di Ventotene, sottolineando che il testo fu scritto in un’epoca di guerra per proporre un’Europa unita e pacifica, non per imporre regimi totalitari. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha parlato di una "provocazione studiata a tavolino", mentre Giuseppe Conte ha accusato la premier di "fare propaganda contro l’Europa" proprio alla vigilia di un importante vertice europeo.
Dal fronte della maggioranza, invece, la strategia è stata quella di minimizzare lo scontro. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno difeso l’intervento della premier, sostenendo che la lettura dei passaggi più estremi del Manifesto fosse necessaria per far comprendere agli italiani le radici ideologiche di un certo pensiero europeista. Tommaso Foti, capogruppo di FdI, ha dichiarato che Meloni "ha semplicemente letto il Manifesto, senza aggiungere nulla di suo", accusando le opposizioni di aver reagito in modo spropositato.
Un confronto che arriva in un momento delicato per l’Europa e l’Italia
L’incidente alla Camera arriva in una fase politica già particolarmente tesa. L’Italia si appresta a partecipare al Consiglio europeo con diversi dossier aperti, tra cui il piano ReArm Europe, il progetto per il potenziamento delle capacità militari dell’Unione. Un tema sul quale il governo Meloni sta cercando di mantenere un difficile equilibrio, evitando tensioni sia con gli alleati europei sia con l’ala più sovranista della maggioranza.
L’intervento della premier sul Manifesto di Ventotene sembra inserirsi in questa strategia, con l’obiettivo di rafforzare il legame con la destra conservatrice europea e marcare le distanze dall’integrazione politica proposta da Bruxelles. Tuttavia, la forte reazione dell’opposizione e la sospensione dell’Aula dimostrano che il tema dell’identità europea resta altamente divisivo, e che il confronto politico italiano è destinato a farsi sempre più acceso man mano che si avvicinano le elezioni europee del 2025.